Storia del Disastro del Gleno – 1^ Parte – Gennaio

A cura di SERGIO PIFFARI

 

La Piana del Gleno [Archivio Ing. Conti]

La Piana del Gleno [Archivio Ing. Conti]

PREMESSA

In occasione del Centenario della tragedia che colpì la Val di Scalve e la Valle Camonica intendiamo ripercorrere, mese dopo mese, la dolorosa vicenda conosciuta come “Il disastro del Gleno”. Si inizia, a gennaio, con la prima domanda di concessione del 1907, per terminare col fatidico 1° dicembre 1923, data del crollo della diga che causò dolore, morte e distruzione.

Prima di iniziare la vera e propria cronologia degli avvenimenti, accenniamo brevemente alla situazione socio-economica di quegli anni in generale e in Val di Scalve in particolare. Nelle vallate alpine come la nostra il lavoro è veramente scarso e mol- ti uomini sono costretti ad emigrare in America, Australia, Francia ecc. Inoltre, finita una guerra dopo pochi anni ne viene dichiarata un’altra ancora peggiore. Per i nostri valligiani, con famiglie numerose sulle spalle, i tempi sono oltremodo duri! La costruzione della diga del Gleno e di tutti gli impianti accessori quali centrali, gallerie, condotte forzate, bacino di Santa Maria a Vilminore ecc. è per tanti dei nostri con- terranei di allora un’occasione unica. La paura di perdere il posto di lavoro impedirà di fare obiezioni anche a chi, durante la realizzazione delle opere, noterà delle irregolarità. Nei lavori di preparazione del 1917 e 1918, durante i quali è in corso la Grande Guerra e c’è penuria di uomini, vengono impiegati per alcuni lavori anche donne e ragazzi, i quali iniziano a lavorare anche nelle miniere scalvine all’età di 13 o 14 anni, come “purtì” e “boce di fèr”.

Nei primi anni del ‘900 l’industria attraversa una fase di grandi cambiamenti, dai metodi tradizionali si passa velocemente a tecnologie che necessitano di nuove sor- genti di energia: inizia così la realizzazione di impianti e centrali idroelettriche. L’energia elettrica è in grado di cambiare radicalmente modi e tempi di produzione diventando così una esigenza primaria per le industrie manifatturiere.

 

La Pineta della Valle del Gleno [Archivio Albrici Stefano]

La Pineta della Valle del Gleno [Archivio Albrici Stefano]

CRONOLOGIA

Nel 1904 nasce in Val di Scalve la “Società Anonima Cooperativa Scalvina” con sede a Schilpario; ha per scopo la fornitura di energia elettrica ed affida all’ing. Cortese, di Clusone, lo studio di fattibilità del progetto. L’ing. Cortese si mette al lavoro e poi presenta le sue conclusioni specificando anche le località più adatte al posiziona- mento degli impianti ed i costi per la loro realizzazione; probabilmente per l’onerosità di questi ultimi il progetto naufraga.

Sempre in valle è presente con alcuni impianti il “Consorzio Idro-elettrico del Dezzo”, costituito l’11 luglio 1906, davanti al notaio Luigi Bonomi.  I soci del Consorzio sono: “Cotonificio Val Seriana”, “Società Zopfi” di Ranica e “Società Elettrica F.lli Pesenti” i quali, certamente, non avranno visto di buon occhio la successiva intrusione degli industriali tessili brianzoli. Tra il 1907 ed il 1910 il “Consorzio Idro-elettrico del Dezzo” realizza tre impianti: Dezzo-Mazzunno, Barzesto-Dezzo e Povo-Dezzo che insieme sviluppano una potenza di 10.000 cavalli.

Carlo Santi, corrispondente del “Giornale” con lo pseudonimo di “Scalvino”, così scrive sull’importanza delle nuove iniziative in valle definendole: “fonti inesauribili di denaro e ricchezza per i coraggiosi intraprenditori”. 

La prima domanda di concessione per lo sfruttamento delle acque dei torrenti Nembo e Povo, con la costruzione di uno sbarramento su quest’ultimo nella Piana del Gleno, viene presentata alla Prefettura di Bergamo, allora competente in materia, in data 21 marzo 1907 dall’avv. Gino Federici, per conto dell’industriale svizzero Giacomo Trümpy, su progetto dell’ing. Tosana di Brescia.

Il 12 aprile 1913, sempre a nome di Giacomo Trümpy, l’ing. Giuseppe Gmür chiede una nuova concessione su un progetto suo e dell’ing. Giovanni Zaretti.

10 aprile 1914. A Giacomo Trümpy, trovato senza vita nella galleria del Sempione, subentra per testamento l’ing. Giuseppe Gmür.

Segue… >

La Cascata del Gleno [Archivio Albrici Stefano]

La Cascata del Gleno [Archivio Albrici Stefano]

 


     Attività a cura della Commissione Centenario del Gleno