La Giornata dell’Ufficio dei Morti a Vilminore di Scalve

Una delle celebrazioni più antiche della Valle di Scalve è sicuramente l’annuale ricorrenza dell’Ufficio dei morti, dal 1621. 

La tradizione vuole che il mercoledì di metà Quaresima, ormai da secoli, tutti i fedeli della Valle si incontrino proprio nella chiesa del paese per ricordare i propri morti. Ma come è nata questa tradizione?

Bisogna sapere che, in epoca moderna, la Valle di Scalve non si costituiva solo dei comuni di Azzone, Colere, Schilpario e Vilminore, ma anche dai paesi di Lizzola, Valbondione e Fiumenero, che si trovano oltre il Passo della Manina e costituivano la Contrada dei Dieci Denari. Alla fine dell’inverno (pressappoco a metà Quaresima) tutti portavano i propri cari, morti durante l’inverno nella Chiesa di Vilminore: secondo il racconto che viene tramandato infatti, durante l’inverno era impossibile tumulare i morti o portarli alla chiesa per le esequie, visto che la Pieve, cioè il luogo in cui sin dal Medioevo venivano celebrati battesimi e funerali, era irraggiungibile. I defunti venivano quindi tenuti nelle soffitte per il tempo necessario a far sciogliere la neve e solo a metà Quaresima, quando la neve (anche quella del Passo della Manina) ormai lasciava spazio alla primavera i morti venivano portati nella chiesa di Vilminore per la celebrazione solenne.

Nel 1621, per commemorare tali processioni, che probabilmente a quel tempo non avevano più luogo, l’Arciprete Grassi, dopo una visione di morti invocanti suffragio, suggerì alla Comunità di Scalve di istituire il Giorno dell’Ufficio in suffragio di tutti i morti e fissò la ricorrenza il Mercoledì che precede la domenica della Passione. Alle spese contribuirono per molto tempo tutti i Comuni di entrambi i territori. Questa ricorrenza si radicò al punto da sopravvivere fino ad oggi. 


Oggi, a più di 400 anni dall’inizio della ricorrenza, che ha sempre portato interesse anche al di fuori della Valle, l’Ufficio dei morti viene ricordato con una serie di celebrazioni religiose nel capoluogo e nelle frazioni, mentre il comune organizza una fiera mercato il mercoledì in cui cade la ricorrenza. Oggetto di commercio della fiera, un tempo, erano le sementi e gli attrezzi agricoli, con la speranza propiziatoria che Dio regalasse una buona stagione, favorevole dal punto di vista meteorologico. Gli spiriti dell’aldilà, placati e ben disposti dalle pratiche religiose, avrebbero intercesso presso Dio per soddisfare le semplici ma vitali esigenze della popolazione scalvina. Ad oggi invece, la fiera ospita numerosi banchetti di altro tipo, dall’abbigliamento, alla gastronomia, passando per l’oggettistica. 


E tu, sapevi della tradizione dell’Ufficio dei morti a Vilminore di Scalve? E che il comune dell’Oltrepovo comprendeva anche i paesi al di là del passo della Manina? 

Credits: Alice Bassanesi, Monica Rossi